Finanziaria che passione

Torna Tremoniti e si dice subito: "Addio al tetto di spesa al 2%, si torna a parlare di condoni"

YEAHHHHHH

Ricordiamo che Tremonti fu cacciato dal governo AN per i suoi condoni, per le cartolarizzazioni e soprattutto perchè sembrava che venissero presentati molto spesso conti non tanto trasparenti.

uh les italiens
(francesismo per non dire "ma dio nimel")

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3 risposte a Finanziaria che passione

  1. Katoblepa scrive:

    “NO, RUTELLI, NO!” Paperino è tornato.

  2. Pelodia scrive:

    Cito Eugenio Scalfari.

    Come non bastasse è tornato in campo Tremonti. Si è fatto perfino pregare.

    Figurarsi. Ha posto condizioni. Ha obbligato Fini ad essere il suo principale sostenitore dopo che era stato lo stesso Fini a farlo defenestrare pochi mesi fa. Se la vendetta è un piatto che si mangia freddo, Tremonti l’ha gustato chambré. Forse più gustoso ancora.

    Né è mancata l’ambita approvazione del Capo dello Stato, costretto anche lui dall’imminenza della legge finanziaria a fare buon viso a cattivissimo gioco. Perché Tremonti sarà pure un genio, come recita ad ogni cantone Cossiga l’emerito, ma se c’è un responsabile della catastrofe in cui è finita l’economia italiana, questo è lui e non sarà certo la finanziaria 2006 da rattoppare ad alleviare in limine litis le sue responsabilità.

    Vorrei brevemente enumerarle affinché i nostri concittadini non dimentichino.

    1.

    Ispirò e avallò la politica del taglio delle aliquote Irpef (puntando soprattutto sullo sgravio dei redditi medio-alti) in una fase recessiva dell’economia mondiale, europea, italiana. Finì come sappiamo: quasi 20 miliardi di euro buttati al vento senza alcun effetto sull’economia.

    2.

    Ingannò fin dall’inizio gli italiani accreditando cifre false sulla pubblica finanza e sul trend della spesa, dell’entrata e soprattutto del Pil, scommettendo su una ripresa data per certa fin dal 2002 e ancora mai avvenuta e non prevedibile neppure nel 2006. Così mentì al Paese e al Parlamento consapevolmente e ripetutamente.

    3.

    Per colmare i disavanzi e il deficit si prodigò nella finanza creativa e nei provvedimenti-tampone una tantum: prestiti bancari concessi da enti e banche pubbliche camuffate da società per azioni e quindi sottratte alla contabilità dello Stato (Ferrovie, Poste, Cassa Depositi e Prestiti).

    4.

    Tentò (ma senza riuscirci) di mettere le mani sulle fondazioni bancarie e quindi sulle banche da poco privatizzate, per ricondurle al potere del governo. Per fortuna Fazio in quell’occasione impedì che il progetto andasse in porto, una delle poche buone cause sostenute dal governatore.

    5.

    Indebolì fortemente l’autorità della Commissione europea sui deficit degli Stati membri con l’obiettivo di riconquistare la sovranità nazionale in materia, causa non ultima dell’impasse in cui si trova l’Unione europea.

    6.

    Fu l’artefice massimo dei condoni d’ogni genere e tipo e quindi degli effetti perversi che essi hanno esercitato sui comportamenti dei contribuenti e sull’andamento delle entrate.

    Ci vorrebbe un volume per raccontare i guasti di questo malgoverno dell’economia e della finanza. Se Tremonti è un genio, alla larga da questi geni.

  3. sanghino scrive:

    se ne era andato per fare lo stage sulle tabelline!! Ora è tornato, tutta un’altra persona… 🙂

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