L’altra sera ho avuto la fortuna di riuscire a vedere un bellissimo documentario in un’emettente locale famosa generalmente solo per il liscio: Telereggio.
Il primo documentario si chiamava “Pagine della Resistenza Europea – La famiglia Cervi”, parlava dell’eccidio dei 7 fratelli cervi, ammazzati nel reggiano per via delle loro idee politiche e per aver ospitato prigionieri che scappavano dai campi di prigionia in zona (ci sono anche lettere di ringraziamento di soldati americani e russi).
La storia è abbastanza tragica ma il valore di Alcide Cervi, il padre, e di quello che questa vicenda ha segnato nei cuori della campagna emiliana va oltre al dolore per la morte di 7 persone.
Beh tutto questo mi ha un po’ impensierito.
Nel 2005 si festeggiano i 60 anni dalla fine della liberazione e, seguendo i media, non sembra minimamente che ci sia un anniversario così importante in vista.
Non ne parla nessuno, come se non fosse una cosa importante.
Inizio ad avere il magone come nel post del 7 gennaio
Lasciatemi dire che, senza che me l’aspettassi minimamente, la serata passata in compagnia di Telereggio mi ha dato certi spunti da non lasciare da parte.
Si è parlato del provvedimento, fortemente voluto dalla maggioranza e in particolare da AN, che intende attribuire la qualifica di "militari belligeranti" ai militi delle bande armate della Repubblica di Salò.
E si è parlato pure della mobilitazione di tutta la A.N.P.I. per i festeggiamenti di questo anniversario importante.
Interessantissima l’intervista a Gian Carla Codrignani, bolognese, ex parlamentare e parente di partigiani cattolici.
Ritornando a parlare dei militi di Salò ha detto cose che mi permetto di condividere pienamente.
La pietà umana è doverosa, ma non tutti i morti sono uguali, altrimenti la morte e il sacrificio diventano uguali per qualsiasi scopo o ideologia per cui si decide di combattere, basta solo che ci sia un’idea dietro.
Facendo un’iperbole in questo caso allora saremmo quasi capaci di dire che la morte di un attentatore suicida è paragonabile alla morte di un portatore di pace (sì sì è un’iperbole eh)
L’intervistatore poi ha chiesto alla Codrignani di poter spiegare da cosa nasce questa consapevolezza di diversità tra partigiani e ragazzi di Salò.
Mi sono scritto la risposta per poterla riportare virgolettata.
“Nasce dalla nostra Costituzione. Ho sentito più volte definire questo documento come un semplice accordo tra partigiani fatto nel dopoguerra ma, miei cari, la Costituzione è nata per garantire diritti a tutti e un futuro migliore. Ricordatevelo sempre. Sembra scontato da dire, ma se avessero vinto i ragazzi di Salò noi questa intervista non potremmo neppure farla”
E a questo punto possiamo tranquillamente domandarci per cosa combattevano i partigiani.
La risposta è semplice: per la Libertà, la Democrazia e per una speranza di vera Pace e di vera Giustizia.
Io ho avuto la fortuna di avere gente che questa lotta l’ha combattuta di prima persona che mi ha raccontato tutto.
Ogni partigiano e ogni staffetta ha una storia da raccontare, una storia tutta sua, un piccolo tassello di resistenza.
C’è un esempio bellissimo di cosa vuol dire essere stati partigiani nella parte dedicata a Ettore [link audio] nel libro 54 dei Wu Ming
La memoria storica che sta scomparendo come la gente che ha vissuto queste vicissitudini di lotta ed è a mio avviso squallido il revisionismo in corso, con la gente che ha combattuto e ha visto queste cose che è ancora viva ma non ha canali nei media per dire come sono andate le cose.
Mi sembra chiaro e scontato che la resistenza abbia fatto le sue cazzate e i suoi morti, ma non possiamo paragonarla alla gente che voleva il ritorno della dittatura fascista, proprio NO
Concludo ricordando i partigiani del distaccamento “Aldo” della 77esima Brigata S.A.P. uccisi in località Righetta tra Rolo e Fabbrico nel 1945.
Vi incollo qua sotto quello che ha scritto il nostro sindaco per ricordarli.
Intendiamo celebrare il 60° della Resistenza e della Liberazione attraverso alcune iniziative che ci premettano di riavvicinarci agli avvenimenti e alle tante persone che ne hanno fatto parte.
Non era facile la lotta clandestina in pianura dove non esistevano riparti forniti dalla natura del territorio, ma da noi c’era la grande risorsa delle famiglie contadine che aprivano le loro case ai partigiani. C’era una corale solidarietà che sosteneva il coraggio di quei giovani che mettevano in gioco il loro futuro per il nostro. Infatti, nelle testimonianze dei combattenti di allora abbiamo ritrovato, costante, la gratitudine verso la gente del posto che viene ricordata come essenziale per la riuscita della lotta.
I domani che cantano che sognavano i nostri partigiani possono, dunque, essere i nostri oggi se sappiamo difenderli: resistendo allo sterile revisionismo e all’ottusa indifferenza.
Sindaco di Rolo (RE)
PS: ascoltatevi [link audio] “Dalle belle città (Siamo i ribelli della montagna)” mentre vi leggete questo post
PPS: non scriverò per un po’, Giusto il tempo di farvi leggere, meditare e commentare questo post a cui tengo particolarmente
Bellissimo post, davvero.
Sono convinta che sia doveroso, per chi, come noi, ha per le mani uno strumento così potente come Internet, battersi e “urlare” affinchè certe cose non vengano mai dimenticate e sia dato loro il giusto riconoscimento.
I media come la televisione sono in mano ai pochi, ma Internet (per ora) è terreno libero per tutti 🙂
Lo so che l’avevo già detto e ridetto, ma mi fa piacere ripetertelo: questo post é proprio bello.
Sono felice di leggere parole che avrei voluto scrivere io, credo sia necessario ripetere sempre e a chiunque che la Resistenza è un valore irrinunciabile, a chi non riesce a farsela piacere, manca lo strumento di base per capire la democrazia. mi fanno ridere quelli che parlanno di patria e non festeggiano il 25 Aprile, ma i partigiani secondo loro per cosa hanno combattuto? per l’Italia, libera, democratica, nostra.
I valori della resistenza hanno rotto i maroni. Qui da noi a Massa (MS -Toscana)non si fà un cazzo e la città stà morendo per colpa di un amministrazione di incapaci che continuano come il 25 percento degli italiani a far camapagna elettorale sui valori della resistenza. E’ ora di finirla con questa cazzo di resistenza e tutti i compagni che cantano bella ciao…impegnatevi a far crescere l’italia, create idee, cercate di amministrare bene il nostro paese invece di manifestare qui e là. Il nostro sindaco è un emerito ignorante ed incapace con un consiglio comunale che si regge sui voti di anpi e giovani comunisti, linea gotica fans e nonhovogliadifaruncazzopartito delle seghe – abbiamo un tasso di disoccupazione superiore a vibovalentia però i circoli rossi dove si mangia a sbaffo sono sempre pieni. E ORA DI FINIRLA CON QUESTE MORTADELLE IN DOPPIOPETTO FODERATO DI PENSIONI DA € 18.000 AL MESE E BARCHE A VELA CON EQUIPAGGIO SU CUI ACCOGLIERE GLI AMICI DEL BRIDGE PER POI GUSTARE UN LAURENT PERRIER ROSE’ MILLESIMATO DAVANTI A OSTRICHE E FORMAGGIO FRANCESE.
TUTTI COMUNISTI FANCAZZISTI BRAVI AVETE ROVINATO L’ITALIA.