Momenti di vita partigiana

La Resistenza partigiana fu scandita non solo da atti di sabotaggio nei confronti degli invasori tedeschi, ma da vere e proprie battaglie e attentati che ebbero una importanza militare e simbolica notevole. Ecco, nelle parole del partigiano Agostino Nasi, una breve sintesi di ciò che accadde il 27 febbraio di più di mezzo secolo fa, tra Fabbrico e Rolo:

Quella di Fabbrico fu una battaglia campale terribile, in pieno giorno. Una camionetta di brigate nere di Novellara passò per queste zone; ci fu una battaglia e furono fatti dei prigionieri. Ciò avvenne il giorno dopo ad un attacco partigiano, fu per tanto una rappresaglia. I distaccamenti di Roto, Fabbrico e Correggio cercarono di liberare i prigionieri. All’inizio ci furono delle trattative per la liberazione, trattative alle quali partecipò anche il parroco. Quando capimmo che gli ostaggi sarebbero stati portati via chissà dove, ci siamo organizzati per l’attacco. Loro erano convinti che non li avremo attaccati, altrimenti non si spiega il fatto che fossero partiti con dei camion e con gli ostaggi dietro, a piedi. Sicuramente qualche ostaggio sarebbe stato ucciso durante il tragitto. Ci siamo appostati a Fabbrico e li abbiamo attaccati.


Le zone comprese tra il reggiano (Rolo, Fabbrico, Reggiolo) e il mantovano (Gonzaga) subivano una massiccia presenza dei tedeschi e dei fascisti. Agostino Nasi suggerisce un’intepretazione a proposito:
Altro episodio di una strategia militare notevole fu l’attentato al ponte alto di Modena. Negli ultimi mesi, quando l’esercito tedesco era in ritirata, tutto passava da Modena e quindi passava dalle nostre zone. Le colonne di camion tedeschi erano perseguitate dall’aviazione alleata, /tedeschi, quindi, di notte si spostavano, ma di giorno prendevano possesso delle case dei contadini e si nascondevano. I partigiani di Novi e di Carpi dovettero scappare verso l’Appennino perché era diventato impossibile vivere.

L’idea di far saltare il ponte fu del comandante Nanser.

C’erano, ovviamente, delle perplessità: a noi che operavamo in queste zone sembrava strano andare fino a Modena. Le staffette ci confezionarono sette divise della guardia nazionale repubblicana per camuffarci. Un partigiano aveva trovato una bomba inesplosa; avevamo degli esperti anche in quel campo. Vi è stato applicato un plastico e abbiamo trasportato la bomba nella zona del ponte. Era una bomba sui quaranta o cinquanta chili, camuffata. Adesso, l’edificio che fu un comando tedesco è un ristorante. Ci organizzammo così. Alcuni di noi dovevano rimanere da una parte del ponte per proteggere Nanser che doveva posizionare la bomba nel mezzo del ponte. Ma qualcuno se ne è accorto. Iniziò una sparatoria per tener occupati i tedeschi. Poi la bomba fu posizionata e quindi riuscimmo a scappare. Dopo poco ci fermammo, poco lontano in una strada di campagna. Non si sentiva nessun boato. Pensavamo di aver rischiato la vita per niente, che la bomba non fosse esplosa. Invece ad un tratto si è sentito un enorme boato. Il ponte rimase squarciato fino all’arrivo degli alleati. Fu un sollievo per i nostri contadini. I tedeschi ora passavano dalla parte di Ferrara.

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1 risposta a Momenti di vita partigiana

  1. katinkawonka scrive:

    Ciao Pelo, sono Katinka. Qualche settimana fa mariogenevini mi ha segnalato il tuo blog, suggerendomi di chiederti un consiglio per un problema tecnico riguardante l’inserimento delle foto. Spero di non disturbarti… se hai voglia/tempo di fare un salto da me ti anticipo che si tratta del fatto che le immagini invadono la colonna destra del blog…

    Ciaociao

    Katinka

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